Palladio: biografia e opere dell’architetto rinascimentale

Andrea Palladio, uno dei più grandi architetti del Rinascimento, nasce a Padova il 30 novembre del 1508. Proviene da una famiglia umile, il padre Pietro fa il mugnaio mentre la mamma Marta la casalinga.

Andrea di Pietro della Gondola, questo il suo vero nome, comincia a lavorare come apprendista scalpellino a tredici anni, presso Bartolomeo Cavazza. La sua attività dura poco meno di due anni perché poi la sua famiglia nel 1523 si trasferisce a Vicenza.

Qui comincia a lavorare con lo scultore Girolamo Pittoni e con il costruttore Giovanni di Giacomo da Porlezza. Uno dei momenti cruciali della sua vita è l’incontro con il conte Giangiorgio Trissino dal Vello d’Oro. L’uomo avrà sempre un forte ascendente su di lui tanto che è lui stesso che lo comincia a chiamare Palladio.

La sua vita privata vede il matrimonio con Allegradonna, dalla quale avrà cinque figli.

Andrea Palladio opere

Nel 1537 lavora alla realizzazione della villa di Gerolamo Godi a Lonedo di Lugo di Vicenza. Nello stesso periodo si occupa anche del monumento nella cattedrale dedicato al vescovo Vaison Girolamo Schio.

Sempre a Lonedo nel 1539 comincia la costruzione di Villa Piovene e un anno dopo partecipa alla realizzazione di Palazzo Civena. Sono anni pieni di lavoro che lo vedono impegnato anche a Villa Valmarana, a Vigardolo di Monticello Conte Otto e a Villa Gazzotti a Bertesina. Sua anche la progettazione di Palazzo Thiene a Vicenza e quella di Villa Pisani, avvenuta nel 1542. Il Palladio si è poi dedicato alle Logge del Palazzo della Ragione di Vicenza.

Il 1546 lo vede protagonista a Palazzo Porto, a Villa Contarini degli Scrigni, a Villa Arnaldi e a Villa Saraceno. Si reca a Roma nel 1554, insieme a Giovanni Battista Maganza e Marco Thiene con l’intento di lavorare alla prima edizione del trattato di Vitruvio “De architectura”. L’opera, con sua traduzione critica, va in stampa due anni dopo a Venezia. La Serenissima lo vedrà al lavoro negli anni a seguire, dove si dedicherà prevalentemente all’architettura religiosa.

Nel 1570 diventa Proto di Venezia, cioè l’architetto capo della Repubblica Veneta, al posto di Jacopo Sansovino. Palladio pubblica poi il trattato “I quattro libri dell’architettura”, opera che raccoglie molti dei sui lavori. Si tratta del più celebre trattato di architettura del Rinascimento in cui espone la progettazione di ville patrizie, palazzi pubblici, ponti in legno e in muratura. Questa preziosa pubblicazione contiene e sviluppa la teoria vitruviana delle proporzioni architettoniche ed è considerata un capolavoro, tanto che influenzerà anche gli stili architettonici a venire.

Dopo aver pubblicato i “Commentari” di Cesare nel 1574, Palladio si dedica alle Sale di Palazzo Ducale a Venezia. Effettua anche alcuni studi riguardanti la facciata della basilica di San Petronio a Bologna. L’attività lavorativa prosegue nella chiesa delle Zitelle nella città lagunare e nella Cappella Valmarana della chiesa di Santa Corona di Vicenza.

Il 1576 è un anno importante, nel quale Palladio progetta la chiesa del Redentore a Venezia e l’Arco delle Scalette, che verrà terminato soltanto dopo la sua morte. Lavora alla chiesa di Santa Maria Nova a Vicenza, alla Porta Gemona di San Daniele del Friuli e ai disegni per la chiesa di Santa Lucia a Venezia.

Una sua opera maestosa è il Teatro Olimpico di Vicenza, che è anche l’ultimo progetto a cui si dedica. In uno spazio chiuso vengono ricreati i motivi del teatro classico romano, noto per essere sempre all’aperto. La cavea parte dall’orchestra e arriva al colonnato trabeato ed il fondale architettonico fisso fa da sfondo al palcoscenico leggermente rialzato. Esso simboleggia il punto di partenza di cinque strade che appaiono molto lunghe. Oltre i portali si percepiscono le prospettive profonde che regalano un dinamismo dello spazio molto moderno, particolare che gli sarà riconosciuto nei secoli.

Andrea Palladio muore il 19 agosto del 1580 all’età di 72 anni. Nonostante le tante opere realizzate il famoso architetto arriva alla vecchiaia in precarie condizioni economiche. La causa della morte non è nota ma si sa che è avvenuta a Maser, dove stava lavorando alla costruzione di un tempietto a Villa Barbaro. I suoi resti furono sepolti nella chiesa di Santa Corona, a Vicenza dove si svolsero le esequie. Oggi Andrea Palladio è seppellito nel mausoleo del Cimitero Maggiore di Vicenza.


Foto anteprima di Copista del sec. XVII – originally uploaded on the Collegamento.

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