Pittori bolognesi del 500: chi furono i più famosi e quali opere realizzarono

I principali pitturi bolognesi del 500 sono stati i Carracci: i fratelli Annibale e Agostino e il loro cuginoLudovico. Il Cinquecento è stato il secolo del Rinascimento italiano, periodo d’oro per le arti e la pittura, che ha vissuto in Italia il suo massimo splendore. Le grandi città italiane hanno visto fiorire opere pittoriche di grande valore: da Firenze, culla del patrimonio artistico a Bologna, altro capoluogo dove si sono distinti famosi pittori. Vediamo quali sono le loro opere e lo stile pittorico che li ha contraddistinti.

Artisti bolognesi del 500

La scuola bolognese fu un importante movimento pittorico che si sviluppò a Bologna tra il XVI e il XVII secolo per poi diffondersi anche nel resto d’Italia. Ad un certo punto del 500 diventò addirittura più prestigioso rispetto alla famosa pittura fiorentina. La tecnica pittorica bolognese si basava su due movimenti artistici, inizialmente strettamente correlati tra loro, il classicismo e il naturalismo.

Queste due correnti presero da subito le distanze dal manierismo romano e toscano, considerato troppo artificioso e sofisticato. Col passare del tempo il naturalismo si avvicinò sempre più all’arte classica e alle forme più antiche privilegiando elementi come la forza e la bellezza della natura. La corrente naturalista si basava sulla quotidianità e sulla concretezza e tra i suoi maggiori esponenti vantava Ludovico Carracci e il cugino Annibale all’inizio della carriera. Questa nuova forma pittorica, che nacque allontanandosi dalla pittura rinascimentale, divenne gradatamente e a piccoli passi la vera corrente artistica del 500.

La corrente classicista era rappresentata da Annibale Carracci nella fase più matura della sua arte pittorica e si ispirava alla tecnica pittorica di Raffaello e Michelangelo. Qui predominava la raffigurazione più verosimile delle espressioni artistiche.

La caratteristica principale della pittura bolognese del 500 era quella di essere molto più vicina alla vita quotidiana delle persone rispetto al passato. Nelle rappresentazioni pittoriche l’attenzione era posta sulle cose concrete e sulla quotidianità, anche quando veniva proposto il tema del sacro. Era una pittura più a portata della popolazione che poteva così arrivare a tutti, anche quando esprimeva la sacralità essa veniva mostrata in maniera più realistica.

Pittori bolognesi del 500

Protagonisti indiscussi della pittura bolognese furono i fratelli Annibale e Agostino Carracci e il cugino Ludovico. Appartenenti ad una famiglia piccolo borghese di Bologna, le loro opere trasmettono la situazione politica della città, in quegli anni in cui si stava concretizzando la Controriforma.

Proprio Ludovico era quello che meglio metteva su tela i principi della Controriforma dedicandosi alla pittura religiosa in maniera più attenta e scrupolosa. Annibale era il più innovativo e moderno, colui che cercava sempre di conoscere nuove correnti artistiche mentre Agostino, il più vecchio dei pittori Carracci, rispettava le scelte del Concilio di Trento e prediligeva composizioni semplici e concrete.

I Carracci nel 1582 fondarono una delle prime accademie d’arte in Italia, che garantiva anche lo studio delle arti minori, l’Accademia dei Desiderosi. Nel 1590 essa diventò l’Accademia degli Incamminati. Molte le opere dei tre pittori bolognesi tra cui Storie della fondazione di Roma realizzata tra il 1590 e il 1591, un affresco nella sala d’onore di Palazzo Magnani, e le Storie di Ercole a Palazzo Sampieri tra il 1593 e il 1594. Questa fu la loro ultima opera collettiva.

Altri pittori bolognesi famosi

I Ramenghi sono altri pittori bolognesi anch’essi imparenti tra loro, padre e figlio. Bartolomeo nacque a Ravenna e prima di giungere a Bologna, dove diventò un pittore affermato, lavorò diversi anni a Roma. E’ stato uno dei più importanti pittori bolognesi del 500 e di lui restano opere celebri. Ricordiamo il Matrimonio mistico di Santa Caterina e santi, la Madonna con Bambino e San Giovannino e gli affreschi dell’oratorio di Santa Cecilia che raffigurano scene di vita della santa.

Giovanni Battista, detto Bagnacavallo, cominciò la sua attività nella bottega del padre per poi lavorare in Francia alla scuola di Fontainebleau per un certo periodo insieme al pittore italiano Pimatriccio. Inizialmente seguiva uno stile conservatore ma fu poi influenzato da Annibale Carracci e lasciò trasparire il suo istinto all’interno delle sue opere. Tra i suoi capolavori Il matrimonio mistico di Santa Caterina, ospitato oggi in un museo d’Oltralpe e la Madonna col Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Battista, Francesco, Clara, Caterina, Maria Maddalena che si può ammirare nella Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Foto copertina di Di Unidentified painterSotheby’s, Pubblico dominio, Collegamento.

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