Architettura

Arredo urbano: quali sono i nuovi trend

L’arredo urbano rappresenta un elemento capace di contribuire ad arricchire gli spazi pubblici da un punto di vista funzionale, ma anche di dare un tocco di più all’ estetica delle città e d’influire sul benessere di coloro che le abitano.

Nella categoria dell’arredo urbano, quindi, fanno parte tantissimi elementi, dalle sedute, come le panchine, a strutture come le pensiline, scale, contenitori, espositori, dissuasori di sosta e barriere, ma anche cartellonistica e segnaletica che forniscono informazioni utili.

Oggi, l’arredo urbano si orienta sempre di più verso soluzioni che coniugano funzionalità, design e outdoor advertising (caratteristiche e vantaggi) e che si pongono come obiettivo il miglioramento della qualità della vita.

Nuovi concept per gli spazi urbani: alcuni esempi

Le città mutano e cambiano con il passare del tempo e, di conseguenza, anche l’arredo urbano deve stare al passo diventando un elemento funzionale e indispensabile per soddisfare le esigenze dei cittadini e creare valore per la città.

É per questo che, molti laboratori specializzati in urban desing come Lab23, sono orientati a progettare soluzioni che possano rendere gli spazi pubblici dei luoghi belli da vedere, piacevoli da vivere e funzionali. 

Molto interessanti, ad esempio sono le panchine Smart, ovvero delle sedute che oltre a essere comode per sostare e rilassarsi, offrono numerose funzionalità. Le Smart Benches sono dotate di alcuni sensori che rilevano alcuni dati, come il passaggio di persone e la quantità di CO2 nell’aria, offrono connessioni USB, Wi-Fi e Bluetooth e integrano un sistema d’illuminazione a LED sostenibile e controllabile da remoto.

Le panchine sono spesso oggetto di rivisitazioni e di realizzazioni innovative e funzionali. Le Spaghetti Benches, create da Pablo Reinoso e installate a Parigi, ad esempio, sono delle vere e proprie sculture con linee delicate che sembrano sfidare la gravità e che ricordano, appunto la forma tipica di questa pasta.

I quartieri avvenieristici

In alcune città, come a Doha, in Qatar, le aziende che si occupano di arredo urbano stanno sviluppando soluzioni per soddisfare nuove esigenze. Ne sono un esempio gli elementi modulari che vanno a inserirsi negli spazi outdoor per creare postazioni dove poter lavorare. Si tratta di un’intuizione funzionale e di design nata in seguito alla crescente diffusione del lavoro da remoto e del co-working.

Altro esempio lampante della nuova realtà urbana che investe gli spazi pubblici è un intero quartiere progettato e realizzato a Parigi a cura dell’architetto J. Nouvel. Emblema di questo spazio pubblico è il campus creativo ideato e realizzato per le generazioni futuristiche che si stanno formulando nel nostro tempo.

Il luogo è interamente sostenibile con grandi aree pedonali, pannelli fotovoltaici per la produzione di energia e grandi zone luminose e pubbliche atte a promuovere un modus vivendi all’avanguardia per tutti gli abitanti del luogo: la vita in comune.

Ben 45 km quadrati di uffici ideati per quasi 8 mila utilizzatori, oltre millecinquecento appartamenti (un terzo dei quali dedicati agli studenti ed alla condivisione) equipaggiati da ben 3 ettari di terrazzamenti verdi destinati alla comunità e oltre duemila metri quadrati di negozi local.

Una visione futuristica? Non esattamente, visto che il quartiere sarà ultimato nel 2025 ed ospiterà il villaggio olimpico. Quindi una realtà davvero alternativa che si aspetta avrà oltre 11 milioni di visitatori ogni anno.

Le realtà urbane

Oltre agli arredi urbani, lo spazio pubblico può essere anche ridisegnato grazie a interventi che vanno a modificare gli aspetti architettonici, paesaggistici e ambientali. É questo il caso della città di Trieste dove il Lungomare e Caorle sono stati rivisti e sono stati realizzati dei cerchi che richiamano alla mente un arcipelago che ospiterà spazi verdi, aree di sosta, piazze e zone destinate alla pratica delle attività sportive.

Il designer Paul Cockesedge ha arricchito il quartiere di Broadgate a Londra con una struttura originale e contemporanea che può essere definita una sorta di scultura sociale, realizzata con oltre 1000 tavole di legno riciclato. Dai cerchi concentrici che richiamano le onde nascono sedute che favoriscono l’interazione e la socializzazione, ma anche originali passaggi che coprono un’area di circa 15 metri.

Anche la luce viene utilizzata come elemento di urban design.

A San Francisco, Jason Kelly Johnson e Nataly Gattegno hanno messo a punto dei sistemi d’illuminazione, come Cosmos, una struttura futuristica che decora e da luce alla città ricordando gli origami giapponesi.

Il fine ultimo dell’innovazione urbana di design

Ciò che appare lampante, in questi bellissimi progetti di design urbano futuristico, è il fine ultimo che viene ricercato.

Ci si rivolge sempre più alle attività in condivisione reale.

Per quale motivo? Forse perché in questi ultimi anni la corsa alle realtà virtuali hanno reso gli esseri umani sempre più scostanti e individualisti?

Quello che è certo è che il ritorno alla vita in comune sembra essere il passe partout delle proposte cosiddette “futuristiche” dell’urban design.

Un ritorno alle origini che mette a disposizione del prossimo ricchezza e conoscenza, chiedendo in cambio, ovviamente, collaborazione e rispetto.

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