Arte

Niccolò dell’Arca: scultore bolognese del 400

Niccolò dell’Arca è stato un importante scultore italiano del XV secolo che lavorò nell’Italia del nord, in particolare a Bologna dove restano le sue opere più importanti. Nacque intorno al 1435 e morì a Bologna nel marzo 1494, città in cui fu sepolto nella chiesa di S. Giovanni Battista dei Celestini. Difficile risalire alla sua provenienza esatta ma spesso veniva chiamato anche Niccolò d’Apulia o Niccolò da Bari per cui si ritiene che lo scultore provenga dalle regioni meridionali. Un’importante via della città di Bari oggi è intitolata a Niccolò dell’Arca.

Scultore bolognese del 400

Poche le informazioni sui suoi primi decenni di vita che rendono difficile risalire al suo stile scultoreo, influenzato da diverse correnti dell’arte quattrocentesca. Nelle sue opere si trovano tracce dello stile borgognone-partenopeo, dalmata-veneto e emiliano-fiorentino. Gli storici attestano la sua presenza a Bologna verso il 1460 ed è qui che ricevette le prime commissioni e lavorò per il resto della sua vita. Un documento del 1462 lo identifica come maestro di figure in terracotta con una bottega in affitto vicino a San Petronio.

E’ intorno al 1461-62 che partecipa ai lavori della basilica di S. Petronio. Gli vengono commissionate cinque formelle lapidee a rilievo dei finestroni del lato orientale della chiesa, detto lato del Pavaglione.  Lavora a questo progetto per due anni producendo le raffigurazioni di Santa Caterina da Siena, San Domenico, una Sibilla e due Profeti.

Opere di Niccolò dell’Arca

Lo scultore ha creato diverse opere nel corso della sua vita lavorativa, tra le più famose ci sono il Compianto sul Cristo morto e l’Arca di San Domenico, opera che gli valse l’appellativo di Niccolò dell’Arca.

Il Compianto sul Cristo

E’ ritenuto il suo capolavoro e si presume sia stato realizzato intorno al 1485. I critici ritengono che non abbia paragoni con le opere scultoree del XV secolo per la sua grande forza espressiva. Si tratta di sette figure in terracotta a grandezza naturale con tocchi di policromia. Nelle sue opere emerge una grande drammaticità, forse troppa per il tempo, tanto che non ebbe influenza sulla scuola emiliana dell’epoca che prediligeva più equilibrio e pacatezza.

Di certo Niccolò dell’Arca per realizzare il Compianto sul Cristo fu ispirato da diverse fonti tra cui l’Umanesimo gotico francese, la scultura della Borgogna e l’attività dei pittori ferraresi. Lo scultore firmò l’opera Opus Nicolai de Apulia. Le sette statue, oltre al Cristo morto, rappresentano Salomè, Nicodemo, la Madonna, San Giovanni, Maria Maddalena e Maria di Cleofa. Oggi si trovano in un locale alla sinistra della cappella Maggiore di S. Maria della Vita a Bologna.

L’Arca di San Domenico

L’altro suo lavoro più significativo è senza dubbio il coperchio marmoreo dell’Arca di San Domenico. Quest’opera, cominciata due secoli prima da Nicolo Pisano, contiene le spoglie di San Domenico di Guzman e si trova nell’omonima basilica. Niccolò dell’Arca scelse di persona il marmo di Carrara che gli serviva per realizzare il maestoso coperchio con 21 statue ed un gradino che raffigurava la vita di San Domenico.

Le sculture che si possono ammirare raffigurano le statue dei quattro Evangelisti, il Cristo morto circondato da due Angeli, Dio Padre, San Vitale, San Francesco, San Floriano, San Domenico, S. Agricola, due Putti reggi festoni e un Angelo portacandelabro. I lavori iniziarono nel 1469 e si protrassero più del previsto tanto che il coperchio fu sistemato al suo posto ancora incompiuto.

Fu poi terminato da altri artisti ma non venne mai realizzata la figura del Cristo risorto che era inizialmente nel progetto. In realtà le sculture presenti e realizzate sono 16 invece che 21. Quest’opera pare sia ispirata a modelli veneziani e veneti sia per la struttura che per le figure degli Evangelisti ma anche per lo stesso corpo marmoreo di Cristo in pietà.

Altri lavori di Niccolò dell’Arca

Dai documenti si evince che Niccolò dell’Arca eseguì nel corso della sua vita lavorativa altre opere tuttora visibili. Tra il 1474 e il 1475 realizzò due busti in terracotta di San Domenico, uno si trova nella basilica di San Domenico e l’altro fa parte della collezione privata Cavallini Sgarbi. Due anche le Aquile di terracotta, la più famosa è quella situata sul portale d’ingresso della facciata di S. Giovanni in Monte sempre a Bologna mentre l’altra è visibile nella collezione priivata sopra citata.

E’ del 1478 la Madonna col Bambino, chiamata Madonna di Piazza, sempre di terracotta che si trova sulla facciata del palazzo comunale D’Accursio. Qui evidenti sono le influenze di Verrocchio e Jacopo della Quercia.

A Niccolò dell’Arca viene attribuito anche il San Giovanni Battista marmoreo conservato presso la sala del Capitolo dell’Escorial, lasciato dallo scultore in eredità alla figlia Aurelia. L’opera rappresenta in maniera chiara le grandi doti di Niccolò dell’Arca nella lavorazione del marmo, in particolare nel plasmare i particolari.


Foto copertina di Georges Jansoone – Opera propria, CC BY 2.5, Collegamento.

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