Le Corbusier: biografia, opere e filosofia della sua architettura

Le Corbusier, nome d’arte di Charles-Edouard Jeanneret, nacque a La Chaux-de-Fonds in Svizzera il 6 ottobre 1887. Qui studia alla scuola d’arte e decide, grazie ai suggerimenti del suo maestro Charles L’Esplattenier, di approfondire le conoscenze in campo architettonico.

Pur essendo nato in terra elvetica la sua vera patria è la Francia, sede di tutte le sue attività progettuali e critiche. Le Corbusier è stato un grande artista, architetto ma anche scultore, pittore, urbanista e scrittore.

Viaggia molto in Europa quando è molto giovane, negli anni tra il 1906 e il 1914, fermandosi per alcuni periodi a Vienna e a Berlino. Visita poi diverse città italiane e conosce da vicino le architetture del passato, delle quali prende nota su un suo dettagliato quaderno di schizzi. Prende appunti sulle forme, i materiali e i colori per imparare e acquisire informazioni culturali che lo aiuteranno a crescere nel settore dell’architettura.

Inizia a lavorare come architetto nel 1920 nello studio di Auguste Perret e successivamente con Jeanneret. E’ in questo periodo che apre il suo studio parigino e fonda la rivista “Avantgard. L’Esprite noveau” insieme a Ozenfant e Dermèe.

Lo stile rivoluzionario e alternativo di Le Corbusier subito non viene condiviso e compreso dagli accademici dell’epoca. La sua fama di grande architetto e urbanista non tarda però a farsi largo a livello mondiale.

Ciò che sta a cuore a Le Corbusier è l’organizzazione dello spazio urbano in maniera tale che la città possa ospitare grandi numeri di lavoratori di qualsiasi classe sociale. Accanto a questo suo concetto sul quale deve “lavorare” un architetto c’è poi la sfida di progettare le abitazioni. Devono essere in grado di accogliere le stesse masse di persone e rispondere alle loro esigenze collettive.

Le Corbusier segue i criteri del “Funzionalismo”, termine che indica l’utilizzo di sistemi semplici e razionali, per dare vita alle sue progettualità. Fu il celebre architetto a scoprire nuovi metodi ingegneristici come l’invenzione del tetto piatto con giardino pensile. Questo nuovo modo di fare architettura consiste in un grande spazio posto su banchi di sabbia con vaste aree verdi situate sotto l’abitazione.

Tante le sperimentazioni e l’utilizzo di linguaggi plastici. Ne sono esempi la Cappella di Notre-Dame –Du-Haut in cima ad una collina sulla borgata di Ronchamp o il convento dei Domenicani La Tourette. O ancora “l’unite d’habitation” di Marsiglia o le villas Savoye e La Roche-Jeanneret. Le Corbusier presenta il progetto Città per Tre Milioni d’Abitanti al Salon d’Automne, considerato un punto fermo per gli studi urbanistici futuri.

“Verso un’Architettura”, sua pubblicazione più famosa, è ritenuto il libro di architettura più importante della prima parte del Novecento. Per Le Corbusier l’architettura ha il potere di arrivare alla giustizia sociale senza ricorrere alla rivoluzione politica. Il libro contiene tre dei cinque punti di quella che è definita la nuova architettura. Essi sono i tetti-giardino, i pilotis e la finestra a nastro. Alcuni anni dopo verranno integrati con la facciata e la pianta libera. La loro applicazione è visibile in villa Savoye a Poissy, realizzata nel 1929, considerata una delle costruzioni più significative del razionalismo architettonico.

Realizzò a Mosca, negli anni 1925-29 un progetto per il Centrosoyus e nel 1932 a Parigi il Dormitorio Svizzero della Citè Universitaire. Il 1936 è l’anno in cui progettò la sede del Ministero dell’Educazione brasiliano a Rio De Janeiro. Numerosi i progetti di pianificazione urbanistica realizzati da Le Corbusier. Ricordiamo quelli di San Paolo, Algeri, Rio de Janeiro, Barcellona, Buenos Aires, Stoccolma, Ginevra, Nemour e Anversa. Nel 1935 venne pubblicato La Ville Radiouse, un suo libro cult relativo ai problemi inerenti alla progettazione della città.

Da non trascurare anche la sua produzione non strettamente architettonica, ma più legata al design, che tutti conosciamo. Alla loro prima esposizione al Salon d’Automne, i mobili di Le Corbusier suscitarono dubbi nei visitatori. A guardarli si intuiva l’austerità delle forme: erano oggetti essenziali, creati per assolvere la loro funzione. Ne è esempio la seduta, che il progettista vede come un oggetto utile a garantire al corpo umano una postura semi-eretta. Così la sedia è un oggetto funzionale, costituito da un tubo metallico che sostiene la struttura semplice. Le Corbusier ha concepito gli arredi come strumenti da inserire in un contesto abitativo moderno.

Per l’epoca tutto ciò rappresentava una grande innovazione, forse troppa, ma oggi i suoi mobili si inseriscono perfettamente negli spazi interni degli edifici. Secondo l’artista gli oggetti devono assolvere prima di tutto la loro funzione di utilità e la loro bellezza sta nella loro essenzialità, libera da decori e orpelli.

Verso la metà degli anni Quaranta tornò al suo atelier di Parigi e due anni dopo si spostò a New York dove fu consacrato tra i più prestigiosi maestri dell’architettura. Le Corbusier morì a Roquebrune in Costa Azzurra nell’agosto del 1965.


Foto anteprima di Pubblico dominio, Collegamento.

Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione. Clicca su Maggiori informazioni se vuoi saperne di più e su Accetto per dare il tuo consenso. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi