Il Palazzo delle Poste di La Spezia

Il Palazzo delle Poste di La Spezia svetta imponente sulla piazza Verdi. Si tratta di una struttura che ha di per sé un certo fascino, accresciuto magari dalla nostra consapevolezza del suo valore storico ed artistico.

Particolare è anche la storia dello stabile, soprattutto se si pensa che la realizzazione dell’edificio non era stata messa in conto dall’amministrazione cittadina. Nella stessa area, metro più metro meno, si prevedeva invece di realizzare un teatro. Quest’ultimo avrebbe dovuto sostituire, il Politeama Duca di Genova, demolito per lasciar posto alla nuova arena che peraltro non venne mai costruita.

La progettazione del Palazzo delle Poste, struttura che alla fine rimpiazzò i due teatri, si deve ad Angelo Mazzoni il quale sfruttò una porzione del territorio precedentemente occupata da povere case di periferia. Era il 12 novembre 1933 quando, alla presenza di Costanzo Ciano, l’edificio venne finalmente consegnato alla cittadinanza.

Le vecchie sedi della Posta

In precedenza La Spezia aveva la sede delle sue Regie Poste in un palazzo di Corso Cavour, quindi in via Chiodo. Angelo Mazzoni, accettando di costruire il nuovo edificio, si trovò ad affrontare una bella sfida. Di certo la struttura non avrebbe dovuto sfigurare se confrontata con le vecchie sedi. Tuttavia non era facile riuscire nell’impresa: innanzitutto lo spazio a sua disposizione era poco, quasi risicato. Piazza Verdi da un lato e la collina dall’altro limitavano alquanto ogni possibile slancio creativo ed ad andarci di mezzo era soprattutto la monumentalità dell’opera. Inaccettabile.

Si pensò allora di ricorrere a dei volumi squadrati in qualche modo alleggeriti sulla facciata da nove nicchie all’interno delle quali hanno trovato spazio altrettanti finestroni arcuati. Si optò per questa soluzione soltanto dopo aver scartato l’idea originaria, ossia quella di decorare gli spazi con una serie di rappresentazioni allegoriche in forma di statua. Subito adiacente a questo sistema di finestre, svetta una torre con orologio. Costeggiano il prospetto poi due scalinate angolari.

A dire il vero esiste anche una terza scalinata, questa però trova spazio sul fianco sinistro della costruzione. Originariamente alla sua base era anche visibile una fontana ornamentale, demolita poi nel corso della Seconda Guerra Mondiale per ragioni prettamente militari. Proprio in questo periodo infatti il cortile del Palazzo delle Poste era collegato tramite galleria con un rifugio antiaereo.

Lo stile dell’edificio è semplice e solenne. Laterizi e marmo si alternano creando anche una certa ricchezza cromatica. Tali caratteristiche, almeno sino a qualche tempo fa, venivano in qualche modo esaltate dalla presenza di un nutrito gruppo di pini marittimi disposti proprio in corrispondenza del viale d’accesso al palazzo. Nel 2015 però questi alberi, non senza polemiche, vennero abbattuti allo scopo di lasciar spazio ad una creazione di Daniel Buren, un artista chiamato a riqualificare la zona.

Mosaico futurista

All’epoca della realizzazione del Palazzo delle Poste di La Spezia, i progettisti erano tenuti per legge ad arricchire le loro costruzioni con opere d’arte permanenti. Angelo Mazzoni optò per un bel mosaico futurista ancora oggi visibile sulle pareti interne dell’adiacente torrione.

L’opera, più o meno coeva al palazzo, è stata realizzata da Fillia e Prampolini e tratta il tema delle comunicazioni via terra, via mare e via etere.


Foto copertina di CC BY-SA 3.0 de, Collegamento.

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