Edificio sacro di Taranto: storia e curiosità sul tempio di Poseidone

Il tempio dorico di Piazza Castello a Taranto è uno dei simboli più importanti della città. E’ un edificio sacro che costruirono i coloni ellenici oltre duemila anni fa nella Città Vecchia. E’ proprio qui che scelsero di edificare l’acropoli, il centro religioso e politico della città pugliese.

I resti del tempio che oggi rimangono rappresentano sicuramente il monumento più antico della Magna Grecia, databile intorno al primo quarto del VI secolo a.C. Con il passare del tempo i ruderi dell’edificio sacro di Taranto fecero parte della chiesa della Santissima Trinità. Fino al Settecento erano visibili una decina di colonne del tempio.

Il tempio dorico durante il Medioevo fu quasi certamente un luogo di culto cristiano e nel tempo venne utilizzato per altri scopi. A conferma di questo ci sono vasche di decantazione dell’argilla, silos e granai trovati all’interno.

Edificio sacro di Taranto

Taranto è una città ricca d’arte e di monumenti di inestimabile valore. Molti di essi vennero alla luce a seguito dei lavori di restauro della Città Vecchia, realizzati proprio nell’area di Piazza Castello dopo il 1861. Fu allora che nel vicolo tra Palazzo Mastronuzzi, oggi scomparso, e il Municipio furono trovati colonne e pezzi di capitelli appartenenti alla peristasi del tempio dorico.

Ad occuparsi degli scavi e dello studio dei ritrovamenti è stato l’architetto Luigi Viola. Egli scoprì diverse colonne ancora in buono stato conglobate nella chiesa della SS. Trinità che sorgeva dove oggi si trova il conservatorio Paisiello. Essendo i resti del tempio all’interno di un altro edificio sacro non fu facile eseguire gli scavi.

Viola suppose che il tempio dorico fosse intitolato al dio del mare Poseidone, in quanto Taranto è sempre stata una città a cultura marittima. In realtà col passare del tempo questa teoria venne accantonata, come vedremo in seguito.

Colonna dorica nella chiesa della SS. Trinità

Nel 1973 tutti gli edifici monastici dell’area vennero abbattuti perché in stato di degrado. Scomparvero così il monastero dei Celestini e la chiesa della SS. Trinità. La Soprintendenza ai Beni Archeologici in quell’occasione recuperò le colonne integre del tempio dorico.

Altri lavori vennero eseguiti nei primi anni Novanta per dare ulteriore risalto e accessibilità all’area storica. Nei vari scavi vennero scoperti segni di costruzioni molto antiche, probabilmente riferibili al primo periodo della colonizzazione ellenica.

Le due colonne intere recuperate sono di ordine dorico e sembrano appartenere al colonnato settentrionale. Hanno un diametro di 2,05 metri ed un’altezza di 8,47 metri. Rimane anche la base di una terza colonna e si presume che in totale fossero tredici. Il materiale con cui sono fatte è costituto da rocchi di pietra in carparo, probabilmente ricavati dalle vicine cave della zona.

Scavi del tempio dorico

Nel corso dei secoli furono fatte nuove scoperte e trovati reperti che mettono in dubbio l’attribuzione del tempio dorico al dio Poseidone fatta da Viola. Gli ultimi scavi hanno consentito il ritrovamento in via Duomo di una stipe votiva con all’interno statuette in terracotta conservate come ex voto.

Esse rappresentano un soggetto di sesso femminile e la vicinanza al tempio fa pensare che l’edificio sacro fosse dedicato ad una dea tra Era, Artemide o Persefone. Ma in realtà è ancora oggi difficile risolvere il mistero della dedica divina.

L’acropoli della Città Vecchia è un concentrato di tesori che un tempo come oggi si può ammirare sia dal mare che dalla terraferma. Nel corso dei secoli gli edifici sono stati in parte distrutti ed in parte hanno cambiato destinazione d’uso. Ciò che oggi si è salvato è un patrimonio di inestimabile valore architettonico e storico, come le colonne dell’antico tempio dorico.


Foto copertina di Livioandronico2013Opera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento.

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