Corrente artistica di Carrà e Soffici: qual era, periodo e caratteristiche

Valori plastici è il nome della corrente artistica alla quale presero parte grandi nomi del mondo culturale italiano dei primi decenni del Novecento. Ad essa aderirono due artisti famosi come Carlo Carrà ed Ardengo Soffici.

Il movimento Valori plastici assunse il nome da quello della rivista antimodernista fondata a Roma nel 1918 dal pittore Mario Broglio che promuoveva l’arte classica. La pubblicazione uscì a cadenza mensile per pochi anni, fino al 1922. Il suo scopo fu quello di rivalutare e riproporre l’ordine e la tradizione, puntando al ripristino dei valori nazionali senza disdegnare uno sguardo più ampio sull’Europa.

Inoltre nella cultura figurativa del nostro Paese fu di grande rilevanza perché riportava molte informazioni relative a ciò che accadeva al di fuori dei confini nazionali. Non ebbe vita lunga ma fu portatrice di iniziative molto interessanti, come la pubblicazione nel 1919 di un intero numero dedicato al Cubismo e al maestro Pablo Picasso.

Corrente artistica di Carrà e Soffici

Alla corrente artistica Valori plastici presero parte nomi illustri del panorama artistico e culturale italiano, tra i quali figurano anche Morandi, De Chirico, Savinio.

Il movimento diffondeva le idee estetiche della pittura metafisica e il pensiero delle correnti avanguardistiche europee. Savinio proprio nel primo numero della rivista sostiene l’importanza di un nuovo programma di restaurazione antifuturista, antibolscevica e individualista.

E proprio in pittura questi principi vengono condivisi da Carrà, Soffici, Morandi e De Chirico che li rappresentano nelle loro opere. La corrente artistica fu anche fonte di ispirazione per la corrente pittorica “Ritorno all’ordine”, nata in seguito al primo conflitto mondiale che si fondava sulla storia e la tradizione del classicismo.

Le opere

I dipinti e i quadri che Soffici e Carrà realizzarono nel triennio in cui fu attiva la corrente artistica presentano chiaramente segni tangibili della loro appartenenza al movimento.

Carlo Carrà tra il 1918 e il 1921 dipinse due tele. “Le figlie di Loth”, del 1919, presenta figure geometriche e forme sintetiche ed è chiaro il riferimento allo stile di Masaccio e Gotto.

Sempre a quest’ultimo si ispira anche “Il pino sul mare”, 1921, dove è presente anche l’arte metafisica del Novecento. Scene luminose e prevalenza del colore azzurro, come nel quadro del 1918, ci riportano ai pittori post-impressionisti come Cezanne.

Ardengo Soffici negli anni della corrente artistica Valori plastici dipinse un solo quadro. E’ “Bottiglia bianca e mela”, del 1919. Si tratta di una natura morta molto simile, per stile e colori, alla produzione di Carrà dello stesso periodo.

Per concludere possiamo notare che i seguaci di tale corrente pittorica non amavano gli avanguardisti ma prediligevano i colori e lo stile delle correnti passate. Si ispiravano in particolare ai pittori italiani, anche per dare maggior risalto ai valori nazionali. Allo stesso tempo non disdegnavano un forte interesse per la corrente del Cubismo.

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