Auditorium Giovanni Arvedi

L’Auditorium Giovanni Arvedi di Cremona rappresenta una vera eccellenza a livello internazionale nel campo dell’ingegneria acustica. Il progetto della nuova sala nel Salone delle Adunate di Palazzo dell’Arte è stato seguito da uno dei più grandi professionisti del settore, l’ingegnere Toyota dello studio Nagata Acustics ed i risultati sono quanto di più prossimo alla perfezione si potesse ottenere.

Una scommessa avvincente per i lavori all’avanguardia eseguiti che oggi garantiscono ai 464 posti a sedere l’ascolto migliore possibile in una sala che risulta essere moderna e allo stesso tempo custode della bellezza e del fascino ispirati ai grandi maestri liutai del passato che Cremona vanta nella sua tradizione storica.

Le soluzioni architettoniche

Per prima cosa rispetto alla lunghezza della sala, 36 metri, e alla larghezza di 14 metri sono apparsi subito troppo pochi i 10 metri di altezza a disposizione per cui si è posto l’obbligo di ricavarne altri. La soluzione innovativa studiata dal team di architetti è stata quella di scavare per oltre 3,50 metri sotto il palco per abbassarlo notevolmente ed avere così un’altezza di 14 metri. Questo ha consentito una resa acustica senza pari tanto che la sala dell’auditorium Arvedi è oggi utilizzata anche come sala di incisione, vista la qualità e il livello del suono che regala.

Livelli di ingegneria e capacità di calcolo ultra moderni ma anche il gusto per i materiali e la ricerca del bello negli arredi nel rispetto delle tradizioni antiche del luogo hanno dato vita ad un progetto di altissima sensibilità.

Nell’auditorium Arvedi il palco, di soli 85 mq, è al centro della scena e il pubblico avvolge in un caldo abbraccio i musicisti; gli spettatori da ogni ordine di posto godono di una visuale perfetta sull’ovale dove sviluppano la loro arte solisti e complessi da camera.

Gli interventi architettonici sulla struttura esistente sono stati progettati di concerto con le soluzioni acustiche: sono stati mantenuti materiali semplici come legno ed intonaci e conservati i dipinti e i disegni originari quasi a voler dare una continuazione naturale dell’edificio al suo passato.

Tutta la struttura dell’auditorium e tutti i suoi elementi sono stati trattati con una metodologia di centinatura disposta su “curve di livello” ed è stata creata un’intercapedine di 60 cm che svolge la funzione di cassa di risonanza disposta sotto al palco interamente realizzata con un legno molto inusuale, il cedro giallo dell’Alaska.

Sono state mantenute anche tutte le aperture originali munite di finestre doppie e vetri acustici in modo da poter ricevere la luce naturale senza però assorbire nessun rumore proveniente da fuori. Le pavimentazioni della sala sono state realizzate con doghe in legno d’acero naturale trattato con particolari vernici mirate a non alterare la qualità acustica della sala.

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