Arnolfo di Cambio: scultore toscano del 200

Arnolfo di Cambio è stato un architetto, un urbanista e uno scultore italiano vissuto nel XIII secolo. Nato a Firenze intorno al 1235 ha operato prevalentemente a Roma e nella sua città dove morì nel 1302. Ebbe come maestro Nicola Pisano con il quale lavorò al pulpito del Duomo di Siena e all’Arca di San Domenico nell’omonima chiesa di Bologna.

Acquisita l’esperienza necessaria proseguì la vita lavorativa a Roma dove conobbe Carlo d’Angiò. Tra le sue opere di questo periodo il ritratto di Carlo I d’Angiò, massima espressione di raffigurazione realistica di un personaggio vivente, che si trova al Palazzo dei Conservatori di Roma. Realizzò il monumento funebre di Papa Adriano V a Viterbo e la tomba nella chiesa di San Domenico a Orvieto in onore del cardinale De Brave, morto nel 1282.

La collaborazione con l’ambiente papale proseguì nel corso degli anni e venne incaricato di realizzare il monumento a papa Bonifacio VIII e la statua bronzea di San Pietro dell’omonima Basilica. Arnolfo di Cambio nel 1291 si dedicò alla creazione di un presepe costituito da otto statuette: quelle ancora oggi esistenti sono conservate presso la cripta della Cappella Sistina nella Basilica di Santa Maria Maggiore.  Negli ultimi anni di vita tornò a Firenze svolgendo principalmente l’attività di architetto e scultore.

Scultore toscano del 200

Per lo stato conservativo di alcune opere e la perdita di molti suoi lavori oggi è difficile valutare in maniera ampia e dettagliata la maestria scultorea di Arnolfo di Cambio. Certamente subì l’influenza francese che si avverte nelle figure più aristocratiche e lineari rispetto alla classicità e allo stile gotico e monumentale che si trova prima del 1250.

La scultura più rappresentativa è il già citato ritratto di Carlo I d’Angiò: si tratta di una statua marmorea alta circa 160 cm che raffigura il sovrano seduto su un trono con scettro e corona. Arnolfo di Cambio fu il primo in tutta Europa a creare un ritratto tanto realistico di un regnante vivente. L’opera mostra la solennità e la fisicità attraverso dettagli molto verosimili come il volto nel quale si notano i solchi del viso.

Si occupò a Perugia della realizzazione di diverse sculture commissionate dal Comune che facevano parte di una fontana poi smantellata. Le statue oggi sono conservate alla Galleria Nazionale dell’Umbria e sono l’Assetata con la brocca, l’Assetata in ginocchio, lo Scriba con libro, lo Scriba acefalo e il Malato alla fonte.

Di Arnolfo di Cambio restano anche due cibori ed il più antico risale al 1285 ed è quello di San Paolo fuori le Mura, scolpito con porfido e marmo. E’ un’opera sia architettonica che scultorea di forma particolarmente moderna tanto che Giotto la riprese come sfondo per i suoi affreschi.

L’altro ciborio in marmi policromi è quello di Santa Cecilia in Trastevere. E’ molto diverso dal precedente, soprattutto differenti sono le proporzioni scelte dall’artista. Probabilmente questa sua visione trae spunto dalle opere dell’antica Roma, come testimonia la figura equestre di San Tiburzio situata ad uno degli angoli, che richiama in maniera significativa Marco Aurelio.

Tornato a Firenze partecipò attivamente alla costruzione del Duomo cittadino occupandosi sia delle decorazioni della facciata che del progetto architettonico. Ideò un ciclo di decorazioni statuarie dedicate alla Madonna che contemplava la Vergine nel portale a sinistra, la Madonna in Trono e Santa Riparata in quello centrale e il Compianto sulla Vergine.

Arnolfo di Cambio architetto e urbanista

Arnolfo di Cambio è stato anche un grande architetto ma la sua opera in questo campo è meno attendibile perché poco documentata. Non ci sono certezze su molti suoi lavori, l’unico documento scritto comprova la realizzazione della cattedrale di Santa Maria del Fiore.  I critici e gli esperti sono abbastanza concordi nell’attribuire ad Arnolfo di Cambio la realizzazione di altri magnifici monumenti fiorentini come Palazzo della Signoria e la chiesa di Santa Croce.

Il cantiere di Santa Maria del Fiore fu aperto nel 1296 e il maestro si occupò prevalentemente della facciata. Peccato che venne demolita nel 1587 e di quell’opera siano visibili solo dei disegni, delle statue e dei frammenti conservati nel museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Tra i reperti salvati figurano la statua di San Bonifacio VIII e la Madonna della Natività, opere create per essere ammirate in una visuale frontale e dal basso, vista la loro collocazione a decoro della facciata.

Artista poliedrico Arnolfo di Cambio fu anche un urbanista ma anche in questo campo scarsi sono i documenti che attestano questa sua attività. Secondo gli scritti del Vasari Arnolfo è l’autore del progetto urbanistico delle “Terrae novae” cioè della creazione di nuove città e nuovi spazi nella zona di Valdarno Superiore, area in cui sorgono oggi le città di San Giovanni Valdarno, Castelfranco di Sopra, e Terranuova Bracciolini. Pare esserci la sua perizia anche nel progetto voluto nel 1289 dal Papa Niccolò IV per la rifondazione della città marchigiana di Cagli, distrutta nel 1287 da un terribile incendio.


Foto copertina di SailkoOpera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento.

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