Luogo

Arena Civica Gianni Brera di Milano

L’Arena Civica della città di Milano, importante impianto sportivo polifunzionale della città, fu costruita come anfiteatro nel 1807. Nel 1870 con il passaggio di proprietà al comune di Milano è diventata Arena Civica. Nel 2002 fu dedicata alla memoria del grande giornalista sportivo Gianni Brera. Oggi il suo nome completo è Arena Civica Gianni Brera.

Progettata dall’architetto Luigi Canonica, l’Arena ha una forma ellittica e ricorda il Circo Massenzio di Roma. Lunga 238 metri e larga 116 doveva contenere circa 30 mila persone. Fu fortemente voluta da Napoleone, incoronato re d’Italia nel 1805. L’idea era quella di riqualificare la zona del Castello Sforzesco e trasformarla in un luogo civico che rappresentasse Milano.

Per la sua costruzione furono utilizzate le pietre risultanti dalla demolizione delle fortificazioni spagnole del castello ed anche pietre provenienti dal castello di Trezzo sull’Adda. Come si può ammirare è stata interamente realizzata in pietra viva.

Architettura

L’imponente costruzione ricorda la tradizione architettonica imperiale romana, particolarmente amata da Napoleone. Per questo motivo l’arena si ispira al circo di Massenzio, situato sulla Appia Antica, poco fuori Roma, ancor oggi molto ben conservato.

La struttura è molto simile a quella dei templi greci, con due pilastri quadrangolari alle estremità della facciata e le colonne davanti. In realtà, proprio per la grandezza dell’opera le colonne non sono due come vuole la tradizione del tempio ma otto. Questo è molto significativo perchè le colonne dovevano sorreggere un grande peso in un edificio enorme che doveva ospitare migliaia di persone.

Sarebbe stato impossibile edificare in altezza un’opera così maestosa per cui si pensò ad una struttura più estesa in larghezza, capace di contenere in sicurezza molti spettatori.

Di grande rilevanza la sala del Pulvinare, ovvero il palco dove sedeva il Re, che contiene gli affreschi di A. Appiani.  Un sontuoso portico a cinque arcate conduce alla Loggia Reale che si apre sull’arena attraverso un’elegante loggia di ordine corinzio realizzata su otto colonne monolitiche di granito rosa.

La Porta Trionfale dell’anfiteatro si trova a sud e presenta ai lati due colonne monolitiche per parte di ordine dorico. Sopra è posto il timpano con un bassorilievo che raffigura i “giochi classici”, realizzato da Gaetano Monti.

All’inaugurazione dell’opera, avvenuta il 18 luglio 1807 con una grande naumachia, fu presente Napoleone Bonaparte. A soli due anni dall’inizio dei lavori il Re aveva così realizzato una struttura imponente dove si potevano svolgere celebrazioni, eventi e spettacoli.

Al suo interno si svolgevano moltissime rappresentazioni teatrali, gare su bighe, feste, tornei, corse su cavalli, spettacoli circensi, pattinaggio invernale, ascensioni con pallone aerostatico. Particolari anche le naumachie, che erano delle vere e proprie battaglie navali. Si svolgevano all’inizio del ‘900 allagando l’arena con l’acqua dei navigli per ricreare la situazione realistica di un combattimento navale con scene mitologiche.

L’Arena ieri e oggi

Dalla sua costruzione ad oggi l’Arena è un luogo molto amato e utilizzato. Nel corso dei secoli ha ospitato eventi e celebrazioni diverse. Nel 1895 con i campionati italiani di ciclismo ha aperto i suoi spazi anche alle manifestazioni sportive.

Qui nel 1910 ha giocato la nazionale italiana di calcio la sua prima partita vittoriosa contro la Francia. Nel corso del Novecento è stata sede delle partite casalinghe dell’Inter e durante il secondo conflitto mondiale anche il Milan ha giocato all’Arena.

E’ diventato un impianto di rilievo anche per aver ospitato gare internazionali di atletica leggera ed è qui che Marcello Fiasconaro nel 1973 stabilì il record mondiale  negli 800 metri.

Oggi l’Arena ha una capacità di 10 mila spettatori, ospita concerti ed eventi musicali e sportivi. E’ la sede dell’Atletica Riccardi ed è qui che gioca la squadra calcistica del Brera.

Foto copertina di BlackcatOpera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento.

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